mercoledì 28 maggio 2014

Case per caso - Parte I - Geffrye Museum

Due nuovi musei londinesi sono entrati nella mia lista di "Cose che prima ignoravo".
Entrambi hanno un concetto in comune: la "Casa", ma i significati sono diametralmente opposti.
Oggi vediamo un museo  sull'abitare, nella prossima puntata... un'abitazione diventata museo (se sapete di cosa sto parlando: vietatissimo svelarlo nei commenti!)

Il Geffrye Museum espone la casa della media borghesia inglese attraverso 400 anni di storia. L'edificio, stanziato in Hoxton (east London) era una vecchia casa di riposo costruita nel 1714 da Sir Robert Geffrye e  divenuta museo nel 1914, dopo essere stata venduta al London County Council su proposta del membri leader del movimento Art and Craft dell'epoca.
Il museo era focalizzato ad ispirare ed educare i commercianti di mobili dell'East End, ma attorno al 1930, l'attenzione del museo si rivolse sempre di più ad un pubblico familiare e all'educazione dei bambini, per far conoscere la vita e gli ambienti domestici del passato.

giovedì 22 maggio 2014

ALT London Tour

Lily Mixe/ Rone
L'avevo detto che sarei tornata a breve dalle parti di Shoreditch (Brick Lane) per un altro reportage fotografico ed infatti eccomi nuovamente alla scoperta di questa zona.

Again in Shoreditch with a new photo reportage of Brick Lane area as promised.
In alto a destra: Borondo
Grazie a Elena, l'amica che era venuta con noi a Bath,  abbiamo scoperto l'Alternative London tour, un giro turistico alla scoperta della Street Art dell'East End.

Thanks to Elena, a friend of ours, we have discovered the Alternative London Tour and its journey through the East End street art and graffiti.
Lily Mixe
Martin Ron /Roa
Il tour è organizzato da giovani artisti, che spesso gestiscono anche workshop pratici sulle tecniche della street art e dei graffiti. La prenotazione è obbligatoria e vi verrà chiesta conferma tramite SMS il giorno prima del tour, il costo è ad offerta libera (pay-what-you-like basis): ognuno mette la somma che desidera a fine del tour a seconda di quanto ha gradito e della propria disponibilità economica.

This tour is organized by young enthusiastic artists in love with street art and London East End. The price of the tour is pay what you can if you like what you saw basically (pay-what-you-like basis), so it is accessible for everyone. It is possible booking for a workshop too, you can find all the info on the web site.
Vhils

martedì 20 maggio 2014

Rinnovo locali

Nuova veste grafica e organizzativa per il blog!
Era da troppo tempo che quell'uccellino troneggiava sul titolo del blog: un po' per pigrizia, un po' perché avevo in mente un cambiamento più ampio, non avevo più aggiornato l'header con l'immagine mensile, e avevo lasciato lui (che tra l'altro stonava con i colori del layout) da...DICEMBRE!?!.
Bye bye, uccellino!
Ora, dopo estenuanti elucubrazioni mentali, sono riuscita ad aggiornare un po' tutto, non solo l'header.
Sostanzialmente, dopo così tanti anni di blog, avevo bisogno di fare un po' d'ordine: le pulizie di primavera insomma, al fine di dare una spruzzata di Febreeze, rinnovare i locali e, spero, rendere più fruibili i post anche a chi capita qui per la prima volta. 
Così, mi sono messa a riorganizzare le etichette (per circa 500 post), ho creato delle pagine per cercare di suddividere gli argomenti principali di cui mi piace scrivere (mille mila... non è facile catalogarmi), ho litigato con il CSS, poi abbiamo fatto pace, l'ho portato a mangiare una pizza e sono riuscita a mettere tutto a posto.
Se però qualcosa non funziona: fatemelo sapere (e tornerò ad insultare il codice come ho fatto nei giorni precedenti).
Per fare le cose in grande ho aggiunto anche alcuni social network, così magari i piccoli aggiornamenti li faccio da lì, senza dovervi tediare con post come questo, che se vogliamo è un post abbastanza inutile perché non ho detto nulla che non sia già evidente appena si apre la pagina.

Allora vi esorto a farvi un giro fra le pagine qui a lato, se ne avete voglia, e sui vari FB, Twitter ecc... (sempre se ne avete voglia).

Ciao, ci vediamo nella rete!

lunedì 19 maggio 2014

Maggio sul balcone

Mi pare doveroso qualche aggiornamento su come sta progredendo il mio progetto di avere un balcone verdeggiante: perché so quanto stia a cuore all'Umanità sapere come crescono i Nasturzi e perché ho esaurito i contatti Skype a cui far vedere le piante in diretta.
La situazione è questa:
Ho messo fuori i primi nasturzi il mese scorso, dopo quattro settimane in casa.

giovedì 15 maggio 2014

Un alfabeto di topi Morti

Ormai i giochi di parole con Morti, il topo mascotte dell'Archivio Archeologico si sprecano.
Per chi fosse perso le varie presentazioni con Morti, o cosa c'entro io con l'Archivio archeologico di Londra, può recuperare le puntate precedenti QUI.
Questa volta troviamo Morti "incastrato" fra le lettere dell'alfabeto (è bianco e stilizzato, anziché grigio, per questioni di grafica)
La sessione aveva come tema la scrittura: dalle tavolette di cera usate dagli antichi Romani, alle penne d'oca, gli inchiostri ecc...
Morti aiutava una sua amica "di penna" a scrivere un racconto avente come protagonisti alcuni oggetti "con la faccia" conservati in archivio:
-una testa di Medusa di "giaietto" (in inglese Jet stone: un particolare carbone fossilizzato, conosciuto per il colore nero lucido. In inglese è spesso usato come aggettivo "jet black", mentre in Italia non è un termine molto comune)
-una mattonella medioevale con inciso uno strano uomo dai capelli dritti e strani "occhiali" (è tutt'ora un mistero questa decorazione così astratta e bizzarra)
-un Bellarmine jar, le strane bottiglie di origine tedesca con un volto barbuto inciso sopra.
Questa sopra è l'illustrazione da colorare con tutti i personaggi della storia.
L'alfabeto dei topi Morti è nato perchè volevamo regalare ad ogni bambino l'iniziale del proprio nome alla fine della sessione. Probabilmente disegnare tutto l'alfabeto non sarebbe servito perché in media i bambini sono una decina e i loro nomi, stranamente, iniziano tutti per A, così la mia "capa", resasi conto che la mole di lavoro per 26 lettere era abbastanza grossa, mi ha persino scritto che, se volevo, potevo lasciare perdere... peccato che, in quel momento, fossi già arrivata a disegnare la lettera S. 
Ma in fondo mi è sempre piaciuto disegnare alfabeti bizzarri ed è sempre meglio avere un lavoro completo che uno lasciato a metà. No?

martedì 13 maggio 2014

Il lavoro a maglia

Ho iniziato un'altra attività: il lavoro a maglia.
So che mi dovrei frenare, me lo ripeto continuamente: "Clyo, non puoi fare tutto", e anche per questo ci ho pensato un bel po' prima di procurarmi il necessario per iniziare. Dovrei riuscire a focalizzarmi su qualcosa, un'unica cosa, e scegliere una direzione per trovare la mia strada (se qualcuno ha capito qual è il mio lavoro, per favore me lo faccia sapere!). D'altro canto, la sfida  del provare, non rinunciare a priori a quello che teoricamente non potrei fare e, anzi, trovare il "mio modo" per farlo è parte integrante della mia vita.
Questo per dire che: non avevo mai provato prima a lavorare a maglia e sono praticamente un'autodidatta, ma ci ho voluto provare lo stesso.
E' giusto una delle tante cose che sono sempre stata curiosa di imparare: mia madre ha sempre sferruzzato, ma non ha mai saputo come insegnarmi, poi per caso ho trovato i video tutorial di Sheep&Stitch , la cosa mi è sembrata fattibile e ho iniziato (sono in inglese, ma sono davvero fatti bene e semplicissimi per chi è alle primissime armi).
Le mie capacità sono ancora lontanissime dal fare qualcosa di buono, ma proprio questo mi ha dato modo di riflettere su alcune cose.
Prima di tutto sul fatto che non è il risultato che conta, ma il perfezionarsi di volta in volta. Non ho avuto paura di disfare per 7 volte il mio lavoro e ricominciarlo da capo per immagazzinare abilità e provare a fare meglio la volta successiva. Può essere frustrante se si pensa a tutta la fatica e il tempo speso per ottenere un (non così piccolo) pezzo e a quanto poco ci vuole per distruggerlo e ritrovarsi con un sottile filo in mano da riavvolgere alla matassa. Ma io preferisco pensare a quello che verrà dopo e a ciò che sto acquisendo di volta in volta.
Il secondo punto è proprio l'acquisizione delle abilità, che per la prima volta da che mi ricordi, avviene attraverso le mani. In quasi tutte le attività manuali che svolgo è il cervello che guida i miei gesti; sono convinta che, per il disegno ad esempio, non sia una questione di mano, quanto di osservazione e correzione del gesto.
Nel lavoro a maglia il gesto è ripetitivo, non può essere bello o brutto, ma giusto o sbagliato e, quando è sbagliato non si può far altro che tornare indietro e rifare. Ovviamente è sempre il cervello che memorizza il gesto corretto, ma la mano, di volta in volta acquisisce quella particolare scioltezza che fa scorrere il filo, lo allarga, lo passa senza intoppi, ogni volta meglio.  E, mentre con il cervello si ha sempre la domanda esplicita od implicita: "Sto andando bene così?", con le mani diventa qualcosa che si evolve inconsapevolmente, è praticamente una sorpresa.
Questo significa che "sferruzzare" è un'attività stupida? Non credo. Nessuna attività è stupida se permette di apprendere qualcosa che prima non si sapeva. 
C'è chi dice "Ma chi te lo fa fare, è una perdita di tempo", io stessa, dopo aver completato il mio primo cappellino, ho visto lo stesso modello venduto a 50 centesimi in un negozio. E' questo ciò che vale il mio lavoro, 50 centesimi? O è ciò che ho imparato facendolo che può avere un valore inestimabile.

giovedì 1 maggio 2014

Shoreditch, shops e fauna urbana.

Qualche domenica fa, mentre per Londra si correva la maratona, ho deciso di fare un giro al Columbia Road Market, il mercato dei fiori nella zona di Shoreditch.
Quello che non mostrerò, in questo post, sono i fiori e i banchetti del mercato, perché, nelle belle domeniche di sole, il mercato viene letteralmente invaso da una fiumana di gente che cammina in entrambe le direzioni ed è quasi impossibile fermarsi e scattare qualche foto senza venire travolti.



Per fortuna i marciapiedi dietro le bancarelle sono una valida alternativa di sopravvivenza e in più sono pieni di negozi carinissimi (e carissimi, anche).
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