Ho iniziato un'altra attività: il lavoro a maglia.
So che mi dovrei frenare, me lo ripeto continuamente: "Clyo, non puoi fare tutto", e anche per questo ci ho pensato un bel po' prima di procurarmi il necessario per iniziare. Dovrei riuscire a focalizzarmi su qualcosa, un'unica cosa, e scegliere una direzione per trovare la mia strada (se qualcuno ha capito qual è il mio lavoro, per favore me lo faccia sapere!). D'altro canto, la sfida del provare, non rinunciare a priori a quello che teoricamente non potrei fare e, anzi, trovare il "mio modo" per farlo è parte integrante della mia vita.
Questo per dire che: non avevo mai provato prima a lavorare a maglia e sono praticamente un'autodidatta, ma ci ho voluto provare lo stesso.
E' giusto una delle tante cose che sono sempre stata curiosa di imparare: mia madre ha sempre sferruzzato, ma non ha mai saputo come insegnarmi, poi per caso ho trovato i video tutorial di
Sheep&Stitch , la cosa mi è sembrata fattibile e ho iniziato (sono in inglese, ma sono davvero fatti bene e semplicissimi per chi è alle primissime armi).
Le mie capacità sono ancora lontanissime dal fare qualcosa di buono, ma proprio questo mi ha dato modo di riflettere su alcune cose.
Prima di tutto sul fatto che non è il risultato che conta, ma il perfezionarsi di volta in volta. Non ho avuto paura di disfare per 7 volte il mio lavoro e ricominciarlo da capo per immagazzinare abilità e provare a fare meglio la volta successiva. Può essere frustrante se si pensa a tutta la fatica e il tempo speso per ottenere un (non così piccolo) pezzo e a quanto poco ci vuole per distruggerlo e ritrovarsi con un sottile filo in mano da riavvolgere alla matassa. Ma io preferisco pensare a quello che verrà dopo e a ciò che sto acquisendo di volta in volta.
Il secondo punto è proprio l'acquisizione delle abilità, che per la prima volta da che mi ricordi, avviene attraverso le mani. In quasi tutte le attività manuali che svolgo è il cervello che guida i miei gesti; sono convinta che, per il disegno ad esempio, non sia una questione di mano, quanto di osservazione e correzione del gesto.
Nel lavoro a maglia il gesto è ripetitivo, non può essere bello o brutto, ma giusto o sbagliato e, quando è sbagliato non si può far altro che tornare indietro e rifare. Ovviamente è sempre il cervello che memorizza il gesto corretto, ma la mano, di volta in volta acquisisce quella particolare scioltezza che fa scorrere il filo, lo allarga, lo passa senza intoppi, ogni volta meglio. E, mentre con il cervello si ha sempre la domanda esplicita od implicita: "Sto andando bene così?", con le mani diventa qualcosa che si evolve inconsapevolmente, è praticamente una sorpresa.
Questo significa che "sferruzzare" è un'attività stupida? Non credo. Nessuna attività è stupida se permette di apprendere qualcosa che prima non si sapeva.
C'è chi dice "Ma chi te lo fa fare, è una perdita di tempo", io stessa, dopo aver completato il mio primo cappellino, ho visto lo stesso modello venduto a 50 centesimi in un negozio. E' questo ciò che vale il mio lavoro, 50 centesimi? O è ciò che ho imparato facendolo che può avere un valore inestimabile.