Giacché me la conto e me la rido da sola (come mi dice a volte Mr.Fedo) vi dico che sono stata in Italia ben 10 giorni. Perché qui in UK, quando dici che vai in Italy per le vacanze, tutti pensano a qualcosa simile al Gran Tour illuminista, mentre dubito che possa essere una notizia egualmente eclatante se lo scrivo a degli italiani. Però io conto sul fattore curiosità, altrimenti detto "fatevi pure i cavoli miei" e ve lo racconto lo stesso.
Ogni volta che torno ho un po' paura di non saper più tollerare l'italianicità del Bel Paese, di dover fronteggiare tutto ciò che ho lasciato indietro e di essere schiacciata da ciò che all'estero semplicemente non è concepibile. Ma questa volta direi che me la sono cavata abbastanza bene.
Ho fatto il pieno di gelati ridicolmente giganti ed economici per gli standard inglesi, ho mangiato una pizza per tre persone al Manhatthan, il ché vuol dire che era grande come il tavolo e pur dividendola ne abbiamo avanzata abbastanza per farci un pranzo da tre anche il giorno dopo a casa.
Ho camminato tanto, ma tanto TANTO, da una parte all'altra di Torino, perché qui tutto sembra a portata di gambe e con una passeggiata "corta" si arriva a percorrere 3 Km senza accorgersene e con una più lunga si superano gli 8Km.
Ho trovato Torino più sporca di quel che ricordassi, con la faccia grigia di smog e le pietre di piazza Castello rotte e rattoppate con una colata di asfalto, ma l'ho anche trovata straordinariamente verde lungo il Po e su tanti balconi (seguirà post con foto).
Ho ascoltato le chiacchiere del bar sotto casa dalla finestra, le accorate chiamate al cellulare che coniano neologismi bizzarri "Scusa la disturbazione, volevamo sapere se stavi bene", che a Londra nessuno si prende la disturbazione di chiederti se stai bene. E ho letto cartelli condominiali ancora più sgrammaticati e per questo esilaranti:
"Si pregano i signori condomini, il mercoledì mattina, a portare fuori a turno i contenitori della carta".
Ma ho anche trovato i bus rinnovati e un nuovo sistema di biglietti per la metro che funziona "a struscio" come la Oyster.
Poi sono fuggita in campagna, nella mia casetta dipinta di rosa come al solito immersa in una giungla.
Ho resettato il prato e Mr. Fedo ha fatto il resto col decespugliatore.
Abbiamo mangiato buona frutta, spuntato le liane del glicine sul tetto, donato il sangue alle zanzare, letto tanto nel prato, fatto la doccia in giardino con la pompa per annaffiare quando il caldo si è fatto insopportabile. Sono stata in pace con me stessa, dopo tanto tempo, almeno per un po'.
Poi è arrivata la pioggia, proprio quando avevamo deciso di fare qualche passeggiata per i sentieri delle Roche, e allora siamo tornati a casa e abbiamo spiato il panorama cambiare dalle finestre.
Siamo tornati in città ancora una volta sotto questa pioggia così inusuale per questo periodo, ma che non ci ha disturbati quanto temevo ed ha invece smorzato le temperature alle quali non siamo più abituati.
Non siamo riusciti a vedere tutti, ci sarebbero stati troppi programmi da fare anziché vivere la vacanza giorno per giorno come abbiamo fatto. E non avrebbe più avuto senso chiamarla vacanza.
Siamo partiti sabato mattina con un cielo nuvoloso e fresco da Torino e abbiamo trovato una Londra soleggiatissima, 29°C, e le mie piante stecchite sul balcone.