lunedì 21 dicembre 2009

Dentro


"..è il papà di Susanna, questo" indica con una pinza con la quale intanto armeggia una plastica rosa simil-pongo che ha appena reso malleabile scaldandola su una fiammella a gas. Gli strumenti sul bancone, attaccati ad una calamita, sembrano quelli di un'artigiano ma le mani, le unghie, sono pulitissime da medico. Tutt'intorno: denti. Mi tasto l'interno della bocca con la lingua, li conto uno ad uno: sembrano più grandi di quelli che osservo tra i vari calchi e dentiere appoggiate sui ripiani, così piccini e randomici nel loro allineamento, ogni combinazione una persona. Per lui, quelle piccole parti di osso che spuntano dalle rosee gengive, hanno un nome, sono: il signor Tale, la signora Talaltra, il papà di Susanna, ecc.. E' un po' come visitare un museo di anatomia dove i modelli, vivi, hanno lasciato lì una parte di rappresentanza e hanno deciso di farsi un giretto anzichè restare immobili dietro una teca. La parte più interna, le ossa, sono fuori: fuori dalla bocca, fuori dalla carne, tutto è ribaltato, come un vaso di Kline dove la superficie esterna è anche quella interna. E lui può vederti dentro dunque... un po' inquietante in un primo momento, poi ti rendi conto che è solo materia.

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