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Essendo una galleria privata, non c'erano moltissimi pezzi: più o meno una quindicina di opere disposte in due stanze ampie quanto un negozio, con tanto di vetrina.
Passata l'inaugurazione ed essendo ormai gli ultimi giorni di esposizione, la galleria era vuota, apparte un altro visitatore, oltre a me, e la commessa/titolare (?) che ho riconosciuto da alcune foto presenti sulla pagina di Facebook di Gabriel Moreno.
Tutte le opere esposte e anche qualcuna in più potete trovarle nella GALLERIA on line dell'artista. Le immagini che vedete qui sono state prese da altri articoli e sotto ognuna trovate la fonte.
La maggior parte delle opere di Gabriel Moreno raffigura ritratti femminili, non a caso il titolo dell'esposizione era "Women", utilizzati e resi noti molto spesso in ambito pubblicitario. Devo ammetterlo: di lui non mi ricordavo assolutamente il nome, ma credo di aver visto le sue immagini almeno un centinaio di volte su riviste di grafica e pubblicità arci-note.
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I volti dei suoi soggetti, delineati in maniera quasi fotografica, si perdono in un intricato disegno grafico fatto di linee sottili: capelli che diventano forme, silhouette di rami, uccelli e farfalle.
Oltre a questa lettura simultanea giocata sugli spazi negativi e positivi, all'interno delle figure rappresentate vengono spesso sovrapposte immagini colorate come proiezioni di pensieri, ricordi e sentimenti del soggetto, che si compongono a loro volta in altre figure, volti e soggetti naturalistici.
Fino a qui, se conoscete Gabriel Moreno e potete visualizzare correttamente sul vostro monitor le immagini di questo post, non vi ho detto nulla di rilevante.
Quando Francesca mi ha chiesto se potevo andare a vedere la mostra e scriverne un resoconto però mi sono chiesta: cosa posso dire a chi vede queste immagini solo tramite web e non ha l'occasione di vederle dal vivo?
Parlo della tecnica? Dei materiali utilizzati? Da quello che sono riuscita a capire sono stampe ad acquaforte o lithografiche, fatte con inchiostro nero e colorato su carta ruvida.
Sono tavole molto ampie (50x100 cm circa le più grandi - 18x45cm le più piccole) nelle quali si possono cogliere molti particolari. E a questo punto, proprio mentre mi avvicinavo ad osservare mi è venuta in mente questa domanda:
In quanti modi si può osservare un opera?
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Avendo diversi strati di lettura, queste immagini si prestavano bene a questa considerazione (e divagazione) su cui, in realtà, mi ero già interrogata diverse volte osservando le abitudini delle persone mentre visitano un museo o una galleria.
C'è chi passa da un quadro all'altro osserva la totalità della composizione, e magari soffermandosi solo sulle opere che lo colpiscono maggiormente.
Chi è devoto dell'audioguida e delle indicazioni sui cartellini appropriandosi di un percorso strutturato da qualcun'altro per assorbire ogni minima informazione tecnica/storica.
Chi si innamora dei particolari. Chi cerca una doppia lettura. Chi segue le linee e perde l'insieme.
Come sempre sono scelte individuali che raccontano tanto sulla personalità di ognuno, difficili da interpretare sotto un unico punto di vista.
Io ad esempio ho tempi lunghissimi di osservazione (sono quasi pallosa!) perché per prima cosa osservo l'insieme da una distanza media, giusto per capire il soggetto che viene rappresentato. Poi mi avvicino e mi perdo nei particolari, osservo la tecnica, le pennellate, dove si mischiano i colori e dove ci sono contrasti netti. Quando sono soddisfatta della visione microscopica, mi allontano e osservo in macro: a questo punto non mi interessa più delle figure o di quello che c'è rappresentato, ma guardo le forme, la loro posizione, i pesi, i bilanciamenti.
Solo per ultimo, e non sempre, leggo il cartellino esplicativo, per vedere se mi sono persa qualcosa o ci sono significati a me ignoti. (La mostra di Gabriel Moreno non esponeva alcun cartellino). Ma in linea di massima preferisco avere un mio percorso, cercare di capire/tradurre senza interpretazioni esterne. E forse anche per questo mi è difficile parlare di ciò che ho visto senza cadere nel banale.
Osservando i quadri di Moreno ho fatto esattamente questo percorso: ho cercato di vedere per prima la figura intera, che di solito è la figura principale sul cui volto si posano una serie di figure decorative più piccole e fitte. Ho osservato da vicinissimo le linee precise e pulite della "massa" di capelli, cercando di immaginare la mano dell'artista tracciarle una ad una. Le ho seguite mentre di districavano per comporre le figure degli spazi negativi. Ho osservato quelle che da vicino sembravano macchie astratte di colore da lontano appaiono distintamente come volti, all'interno dei volti stessi.
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E insomma, anche se il numero di opere era limitato, volendo di cose da osservare ce n'erano un sacco.
Io spero di aver fatto del mio meglio descrivendo ciò che ho visto e ringrazio Francesca per avermi avvertito di questa mostra.
Ovviamente se qualcuno ha altri eventi da suggerirmi qui a Londra, posso provare, tempi permettendo, a programmarmi qualche visita.
E ora, giusto per curiosità, vi chiedo: Come osservate un'opera?
Bellissime.. si potrebbe rimanere incantati ore a osservarle.
RispondiEliminaCi sono tanti particolari da osservare, sì!
EliminaIo non lo conoscevo, mi piacciono molto, davvero belle.
RispondiEliminaPer rispondere alla tua domanda: io vado un po' a caso, mi soffermo di più su quelle che mi colpiscono al primo sguardo, e su queste ci sto parecchio per capire come sono state fatte e, ci provo almeno, decifrarne il significato. Ci sto parecchio specialmente se non capisco la tecnica, mi piace cercare di capire come sono fatte le cose, e speso un cartellino non aiuta molto per certi tipi di opere. I cartellini li vedo dopo, non sempre, dipende da quanto mi soddisfa la mia osservazione e dipende moltissimo dalla grandezza della mostra, se è molto grande e sono verso la fine è probabile che legga poco o nulla ahimè.
In questo caso avrei gradito il cartellino per sapere se erano stampe o disegni originali... anche se per i particolari colorati mi pare improbabile che fossero originali.
EliminaTu hai uno sguardo tecnico ed è utilissimo averlo per capire ed imparare come trovare certe soluzioni pittoriche ;-)
Non conoscevo Gabriel Moreno e ammetto che i suoi ritratti sono davvero ricchi di dettagli interessanti. Quanto alla tua domanda, sono piuttosto istintiva nell'osservare le opere d'arte. Inizialmente cammino a distanza cercando di cogliere la visione d'insieme. Solo per quelle che mi colpiscono/incuriosiscono approfondisco osservandone ogni dettaglio. Probabilmente questo mio modo di fare mi preclude delle scoperte e la possibilità di rivalutare le opere che nel dettaglio possono comunicare qualcosa di altrettanto forte...magari alla prossima mostra do una chance a tutte! 1 sorrisone
RispondiEliminaIo ti avverto: a vederle ad una ad una ci si mette una vita se sono tante... Però io uno sguardo almeno lo do a tutte, appunto perché magari non sono attirata particolarmente da ognuna, ma c'è comunque qualcosa che può essermi sfuggito. Però ammetto che non riesco ad analizzarle tutte con la stessa intensità, su alcune proprio tralascio, specie se ne ho già viste altre 5 simili.
EliminaMolto particolare come stile.
RispondiEliminaPersonalmente un'opera mi colpisce nell'insieme. Io osservo sempre i quadri nello loro interezza, non mi soffermo su un particolare piuttosto che su un altro. Quando analizzo i particolari lo faccio più con spirito erudito, magari per cercare citazioni storiche o simboliche o bibliche o mitologiche, che però esulano dal fatto che il quadro mi abbia colpito o meno.
A me piace tanto cercare le simbologie nascoste... certe volte ci arrivo da sola, altre volte devo per forza leggere il cartellino, però sono soddisfazioni quando le scopri prima di leggere!
EliminaChe belle! Anch'io avevo presente le sue opere ma non il suo nome.
RispondiEliminaIo in genere guardo l'opera con uno sguardo d'insieme, poi mi avvicino per studiare i particolari e poi la riguardo da lontano con uno sguardo che include anche i particolari che la prima volta non avevo notato.
Sì, mi pare che la prima immagine pubblicizzi una macchina (credo la Y Lancia ma non sono sicurissima).
EliminaAnch'io faccio più o meno così, solo che la terza volta guardo l'insieme indistintamente, quasi con gli occhi socchiusi.
"Come osservate un'opera?"
RispondiEliminaChe domande, ho una scaletta anche per quello, anche se la cosa che secondo me conta di più è il primo acchito. La risposta alla domanda "te lo appenderesti in casa o no?" è importantissima ;-P
Per me invece non conta molto, perché ci sono opere che mi piacciono tantissimo, ma in casa non le vorrei mai. Più o meno escluderei tutte quelle antecedenti al XX secolo, però un graffito del paleolitico mi paicerebbe.
EliminaUna domanda che mi spiazza. Non saprei rispondere, perché non ho una modalità fissa per osservare un'opera... ma dipende dall'opera stessa... a volte mi incanto su un dettaglio, a volte mi incanto su opere completamente anonime...
RispondiEliminaMoz-
Vai a sentimento ;-)
EliminaD'altra parte, se non devi analizzare tutte le opere, tanto vale soffermarci su quelle che ti piacciono di più!
Se non c'è proprio nulla che mi ha colpito dell'opera, non mi soffermo molto - ma leggo comunque i cartellini, pensando sempre "chissà, magari c'è qualche elemento storico/una chiave di lettura che può renderla interessante". Altrimenti me la gusto, cercando di "digerirla": una chiazza di colore, una curva, un particolare, un soggetto... In quei casi è come se gli occhi non ne avessero mai abbastanza. Non riguarda per nulla la tecnica, però: è un qualcosa di emotivo che mi inchioda. Un po' come per i quadri di Mossa (forse l'hai visto sul mio blog): mi smuovevano talmente tanto che non riuscivo ad andarmene dalla sala :)
RispondiEliminaA giudicare dalle foto che hai postato, credo mi sarebbe capitato anche con Moreno: adoro le opere nelle opere, i labirinti, gli elementi nascosti... e i suoi lavori mi sembrano molto d'impatto.
Digerire l'opera: bello! ;-)
EliminaA me è capitato di restare incantata sul il Guernica di Picasso e non riuscire a staccare lo sguardo. Non è un quadro che metterei in casa,per dire, non è l'estetica ovviamente che attira in quel tipo di quadri, ma è proprio il cercare di digerirlo, pezzo per pezzo... dato che è pure bello grosso!
Mmmh, come osservo un'opera?
RispondiEliminaTanto per cominciare mi deve piacere, colpire. Allora mi fermo davanti a guardarla nell'insieme, provo a capire la tecnica, la prospettiva, l'uso dei colori. Poi mi avvicino e osservo ogni minimo particolare. Se ci sono dei volti mi piace vedere come sono stati disegnati gli occhi e il naso.
Il mio record di tempo trascorso davanti a un quadro se lo aggiudica Il Bar delle Folies-Bergère (Manet, Museo d'Orsay).
Ah, interessante vedere come sono stati fatti bocca e naso! Io, quando è possibile, osservo le schiene... È sempre difficile disegnare una schiena :-/
EliminaCiao! Finalmente riesco a scriverti!
RispondiEliminaWow, che bella recensione che hai fatto! E mi hai fatto anche riflettere molto su come osservo un quadro.
Io vengo praticamente "colpita" da un'emozione forte se un quadro/illustrazione o quant'altro mi piace.
Credo sia una sorta di sindrome di Sthendal (si scrive così?!?! :|)
la cosa negativa è che a volte non mi soffermo sui particolari, ma resto in estasi davanti all'insieme :D
Credo quindi che a volte mi perdo dei particolari importanti.
Per esempio, solo ora che me l'hai fatto notare, ho visto che nell' immagine con i tre volti affiancati, in quella centrale, in rosso, c'è un teschio! Inquietante! E non me ne ero nemmeno accorta! Certo è che una cosa è vedere delle immagini in piccolo sullo schermo, un'altra è vederla in grande dal vivo.
Grazie mille per il tuo post! Mi hai fatta felice.
Chissà, magari prima o poi vedrò anche io un'opera di Moreno dal vivo! :)
Ah, che piacere sentirti!
EliminaSono contenta che ti sia piaciuta la mia recensione divagativa... eheh: anch'io non mi ero subito accorta dell'immagine in rosso, da vicino sembrano solo macchie.
Spero che tu riesca a vederlo dal vivo prima o poi..